NOTIZIE DAI CLUB - DINO DA COSTA

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DINO DA COSTA L'INCUBO DEI LAZIALI

Dino Da Costa, ci ha lasciato in queste ore e tutti noi romanisti lo salutiamo e lo ringraziamo per aver indossato e sempre onorato la nostra maglia: 163 partite e 79 gol totali.  

Nella storia della Roma, in cui ci sono stati tanti giocatori brasiliani importanti, che hanno scritto pagine significative, il primo, quello che ha dato il la a questa generazione, è stato Dino Da Costa nel 1955. Prima infatti, nella nostra squadra, c’erano stati molti calciatori forti, ma di nazionalità soprattutto Argentina, non a caso nella canzona di Campo TESTACCIO si fa riferimento al buon Fulvio Bernardini che da scuola agli argentini... 

In quegli anni, le squadre sudamericane, venivano in Italia per far conoscere i propri campioni e cercare di venderli alle varie squadre, fu così che la Roma scopri Dino Da Costa e Vinicio e decise di acquistarli. Sui due calciatori però c’era anche il Napoli e per dare una soluzione a questo tipo di problema, scese in campo addirittura la Federazione, che decise di assegnare Da Costa alla squadra giallorossa e Vinicio a quella partenopea. I tifosi della Roma ebbero la possibilità di seguire proprio Da Costa durante l’amichevole con il Botafogo allo stadio Olimpico, vinta proprio dai brasiliani per 3-2 con rete del futuro calciatore romanista. La sua qualità più importante era il tiro al fulmicotone, questo era il termine che si usava in quegli anni, univa una grande rapidità di esecuzione alla potenza. Un mix impossibile da arginare, soprattutto per la Lazio. Proprio i derby contro i biancocelesti, sono stati il fiore all’occhiello di Dino Da Costa, che riuscì a segnare subito, alla prima occasione, durante il derby denominato Coppa Zenobi. Era un “amichevole” Il gol conta poco, diranno in quella occasione i soliti denigratori e allora per zittire tutti, Dino andò a segno in tutti gli altri otto derby “veri” consecutivi... alla fine i suoi gol contro la Lazio saranno 12 ma solo statisticamente, perché in realtà sarebbero dovuti essere 13. Uno però gli fu tolto perché venne assegnata un’autorete al libero laziale Franco Janich.
Curiosa anche la sua avventura con la nazionale, era il periodo in cui si andava alla ricerca dell’oriundo e Dino, che aveva origini italiane, venne convocato dall’Italia. Giocò e andò anche a segno nella famosa ma anche tragica, partita contro l’Irlanda del Nord, persa 2-1 che ci costo il mondiale. Per la prima volta in quella occasione la nostra nazionale venne infatti esclusa dalla massima competizione, che già avevamo vinto due volte in passato ‘34 e ‘38.

Ciao Dino !!!

di Francesco Goccia